Le dimensioni contano quando parliamo della subject line di un’email? Scopriamolo insieme attraverso l’analisi di Marketing Sherpa. Return Path ha infatti esaminato oltre 9,3 milioni di email di circa 3mila sender differenti per verificare come la lunghezza dell’oggetto può incidere sulla percentuale di apertura dell’email.
Per “Read Rate” si intende quando un utente segnala l’email come “letta” nel suo client di posta elettronica e perciò non dipende dal download dell’immagine (come solitamente succede per verificare i readers di una campagna DEM). Un dato, quindi, molto più preciso e che permette un’analisi reale dei risultati ottenuti.
Il dato che sorprende subito è che utilizzare pochi caratteri non aiuta a migliorare le aperture. Se la maggior parte delle email (25%) sono state inviate con un oggetto lungo tra i 41 e i 50 caratteri (considerato che la maggior parte dei client di posta elettronica non mostrano i caratteri al di sopra di questa lunghezza), questo non significa che si abbiano risultati migliori. Anzi, la media delle aperture è tra le più basse tra tutti i casi considerati.
Seppur di poco le migliori aperture (17%) si ottengono utilizzando tra i 61 e i 70 caratteri. Ma la differenza è talmente bassa che possiamo tranquillamente affermare che la lunghezza della subject non incide sulla percentuale di apertura delle email. Le open rate degli invii considerati nell’analisi oscillano sempre tra l’11 e il 17%, senza sostanziali differenze se si usano 5 o 100 caratteri.
Come spiega Tom Sather, Senior Director of Research di Return Path, “quando testate la subject line non focalizzatevi solo sul numero di caratteri. L’importante è spiegare subito nelle prime parole il contenuto del messaggio, creare un senso di attesa verso quello che si potrà trovare all’interno dell’email e dire esattamente agli utenti che azioni devono fare”.