Trovare una strategia per gestire i tuoi abbonati e-mail inattivi è una delle cose più importanti, ma al tempo stesso più difficili da fare. Strategie mirate, finalizzate a recuperare queste leads e renderle utili nel tuo database, può permetterti di trovare tantissimi clienti potenziali. In questo articolo ci stiamo rivolgendo principalmente alle aziende che hanno creato il proprio database e che lo gestiscono autonomamente, ma può dare spunti anche per agenzie di marketing che sviluppano lead generation.
La prima questione da risolvere è su come conferire valore agli utenti inattivi e come valorizzarli nel modo corretto, comprendendone le differenze in modo da valorizzarle. Non tutti gli abbonati inattivi sono uguali, bisogna quindi cercare di comprendere attraverso un’analisi rischi/benefici su quali convenga lavorare per riattivarli e quali no.
Che cos’è un abbonato inattivo?
L’abbonato inattivo è un utente facente parte della tua lista mail che non ha interagito in nessun modo con le tue mail per un determinato periodo di tempo. Quando si parla di interazione, si fa riferimento alle aperture o ai click, ma può dipendere anche dal dominio, strumento utilizzato o altr fatto. Un’altra cosa da valutare è capire qual è il periodo di tempo migliore dopo il mancato coinvolgimento prima di rendere inattivo un abbonato.
Vanno distinti tre tipi di utenti inattivi:
1. Utenti totalmente inattivi:
Si tratta di utenti che non hanno mai interagito con le tue mail, nonostante abbiano effettuato l’iscrizione.
Questo può essere dovuto a un’iscrizione incosapevole/per errore, attraverso una seconda-terza e-mail poco utilizzata o attraverso dei bot o dei malware.
I rischi associati a questo tipo di utenti inattivi è alto, siccome il possibile rendimento è basso. L’ideale sarebbe, quando non si usano processi opt-in, usare il sign-up via mail per confermare l’iscrizione. Nel caso in cui per una durata di sei mesi non vengano realizzati click, il consiglio è quello di inviare una mail che verifichi l’interesse dell’utente nel continuare a ricevere comunicazioni e in caso negativo, cancellare tali contatti. A volte gli utenti “totalmente inattivi” sono su uno specifico dominio email, per esempio gmail. Il motivo potrebbe essere che il server di gmail inserisce le tue e-mail automaticamente nella cartella spam e quindi molti utenti non le leggono. In quel caso, una soluzione possibile può essere direttamente il contatto diretto con il gestore del dominio.
2. Utenti e clienti inattivi:
Utenti che hanno smesso di interagire alle tue mail e di effettuare acquisti. Sicuramente, si tratta di utenti inattivi più facili da recuperare, in quanto hanno dimostrato interesse nei confronti della tua attività in passato. Per questa ragione, conviene provare a investire su di loro per tentare di riattivarli. A seconda di quante mail invio, il tempo per cui valutare se i tuoi utenti sono attivi o meno può essere più o meno lungo. Di norma, 6 mesi sono l’indicazione per definire il passaggio di un utente dalla fascia degli attivi a quella degli inattivi, ma può essere un intervallo di tempo più ampio o più corto a seconda della situazione. Successivamente a questa tempistica predefinita, bisogna provare a inviare delle mail di re-engagement che possano stimolare l’utente a riattivarsi. Se neanche tali e-mail funzionano, si ritorna all’ultimatum già descritto per quanto riguarda gli utenti mai attivi: viene chiesto se si vuole continuare a ricevere e-mail e in caso negativo non viene più contattato o cancellato.
3. Utenti inattivi, clienti attivi:
Sono utenti che non interagiscono con le e-mail, ma che continuano a comprare sul tuo sito. Il loro valore potenziale è molto alto e non bisogna lasciarseli scappare, anche se rimanessero inattivi per anni. Riattivarli attraverso newsletter particolarmente interessanti o sconti esclusivi, può essere una soluzione al problema.
Come gestire gli utenti inattivi
Per la gestione degli inattivi, non c’è una regola o risposta vincente per ogni situazione. Innanzitutto bisogna capire quanto tempo o risorse investire per il loro recupero. Questo può dipendere dal tipo di marchio, dal database utilizzato e da che tipo di azienda siete, da quanto tempo siete in grado di spendere per lavorare sul vostro database di utenti inattivi. da che tipo di email inviate, da qual è il tasso di risposta anche degli attivi. Questi dati servono a quantificare il livello di rischio che si corre nell’investire risorse per recuperare gli inattivi. Una volta che si ha un’idea più precisa di quelle che sarebbero le possibilità dell’azienda, va realizzata una strategia, in cui è fondamentale non trattare tutti gli utenti inattivi “allo stesso modo”, ma di suddividerli perlomeno come abbiamo visto sopra. Ogni ulteriore suddivisione possibile, che serva a restringere il target, può essere utilissima per il nostro scopo. Ovviamente, si tratta di un compito che ha bisogno di tempo e lavoro per essere realizzato al meglio, quindi proprio per questo l’analisi iniziale è fondamentale per capire se dedicarglielo. Gli inattivi potrebbero così diventare un grande aiuto e una risorsa per la tua strategia di marketing.
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